Il Trekking a Cavallo. Immersi nella Natura.
Prima di parlare del Trekking a Cavallo iniziamo con definire cosa si intende per Trekking.
Per trekking si intende camminare percorrendo sentieri e itinerari nella natura ma non è un semplice camminare fine a se stesso e nemmeno portare a termine un’impresa estrema o una gara per vedere chi arriva primo.
Il Trekking è conoscere il territorio che ci circonda, sentirsi a contatto con la natura con la voglia di entrare in una dimensione più umana della nostra vita.
Proprio perché il Terkking a Cavallo è una disciplina che può essere praticata da tutti, con la possibilità di percorrere bellissimi itinerari immersi nella natura che non presentano alcun tipo di difficoltà fino ad arrivare a percorsi estremi adatti solo a esperti escursionisti, vogliamo approfondire maggiormente questo argomento rispetto agli altri.
Iniziamo dal cavallo dicendo che non esiste la razza ideale per il Trekking a Cavallo ma alcune sono più adatte di altre per morfologia e temperamento come l’Arabo per la resistenza (un bell’esemplare nella foto qui accanto)
le razze americane come Quarter Horse o Paint Horse per la robustezza, e le razze italiane come il Murgese, particolarmente frugale e resistente, e l’Avelignese, indicato nelle passeggiate in montagna per l’abitudine alle alture ed alla neve.
Ma le doti più importanti sono buona resistenza, piedi saldi, abitudine ai dislivelli, indole mite, coraggio, facilità di controllo, che non tiri le redini e che non si lanci al galoppo.
Il bello del Trekking a Cavallo è scoprire il piacere dell’avventura ma, per viverlo nel migliore dei modi, è necessario mettere al primo posto la sicurezza dall’inizio alla fine del viaggio perché durante un escursione ognuno ha doveri, responsabilità e regole da rispettare.
Iniziamo dalla prima passeggiata, una bellissima esperienza anche per chi non monta abitualmente, nella quale è consigliabile uscire in gruppo, meglio se con un istruttore.
Abitualmente nel Trekking a Cavallo si procede in fila indiana, mantenendo il proprio posto ad una distanza di circa un metro e mezzo dal cavallo che precede.
Procedendo in fila indiana i cavalli sono portati a fare ciò che fa il cavallo che precede e se questa distanza aumenta il cavallo potrebbe aumentare l’andatura per recuperare terreno e tutti i cavalli che seguono faranno altrettanto, magari mettendo in difficoltà i loro cavalieri.
Per questo è necessario stare sempre pronti ai cambiamenti di andatura.
Prima o poi si incontreranno dislivelli che non si possono trovare in maneggio ma non sono difficili da affrontare: sarà sufficiente mantenere un assetto che faciliti il più possibile il cavallo, che farà tutto da solo.
In discesa è necessario restare seduti e assecondare i movimenti del cavallo senza spostare il peso in avanti, in salita invece è meglio sollevarsi sulle staffe portando il busto in avanti per rendersi il più leggero possibile e consentire al cavallo di riequilibrarsi da solo.
Parliamo ora dell’equipaggiamento, che è tanto più importante quanto più lunga è l’uscita, prestando particolare attenzione alla sella, che deve essere lunga e larga per distribuire il peso sia del cavaliere che delle eventuali bisacce in modo uniforme sulla schiena del cavallo, alla testiera che deve essere robusta, in cuoio di alta qualità con contorni e fibbie resistenti, ed alla cavezza che spesso si lascia sotto le briglie, in modo da poter legare il cavallo ad ogni sosta senza dover togliere i finimenti, ma semplicemente fissandovi la longhina, deve essere altrettanto robusta per evitare che il cavallo si liberi nel caso si spezzi.
A ciò va aggiunto un sottosella spesso e bisacce capienti che possano ospitare un kit di pronto soccorso, di mascalcia, di selleria e, naturalmente, indumenti di ricambio, cartine topografiche, borraccia, bussola… ma senza esagerare con il peso.
Ora che siamo pronti a partire per la nostra avventura vediamo quali sono i problemi più frequenti, come l’attraversamento di un corso d’acqua, che il cavallo può rifiutarsi di affrontare se è abituato al maneggio.
In questo caso è bene che il cavallo abbassi il collo perché possa osservare e annusare da vicino ciò che lo intimorisce.
Quindi va incitato ad avanzare oppure si può far passare un compagno della passeggiata: vedendo un simile che passa serenamente il corso d’acqua si tranquillizzerà.
Va assolutamente evitato che il cavallo mangi ciuffi d’erba perché rallenterebbe chi sta dietro ma, soprattutto, non si sa cosa sta mangiando
A volte i cavalli mostrano eccitazione per la nuova esperienza che li porta ad aumentare l’andatura e ad essere più nervosetti e l’umore di un cavallo si diffonde facilmente a tutti gli altri cavalli del gruppo.
Se questo accade è necessario mantenere la calma ma pronti ad intervenire nel caso parta al galoppo.
Infine, nel Trekking a Cavallo, potrebbe accadere di cavalcare in strada perché il sentiero in mezzo ai boschi incontra una strada asfaltata. In questo caso è bene conoscere alcune norme come restare sul lato della direzione di marcia del traffico, al passo o, al massimo, al trotto.
Concludiamo il Trekking a Cavallo con le ippovie, itinerari pensati per essere percorsi a cavallo attraversando o raggiungendo parchi, riserve, boschi e aree culturali come zone archeologiche, borghi medievali, dimore storiche.
Le ippovie sono suddivise in cinque categorie in base alla loro difficoltà: molto facile, facile, media, difficile, molto impegnativa, calcolate secondo 12 parametri: caratteristiche del tracciato, dislivello, distanza in chilometri, abbeverata, pendenza, inclinazione del versante, larghezza, guado, segnalazioni, punto di sosta dei cavalli, quota del punto di sosta, sosta dei cavalieri.
Le ippovie in Italia sono molte: per esempio esiste l’ippovia del Gran Sasso che, con i suoi 320 chilometri di lunghezza all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è l’ippovia più lunga d’Italia all’interno di un solo parco, l’ippovia Roma-Verona realizzata nel 2001 lunga 752 chilometri, l’ ippovia dei Parchi del Lazio, realizzata nel 2003 di oltre 900 chilometri, l’ippovia Sicilia realizzata nel 2005, l’ippovia Adamello-Garda e l’ippovia della Maremma-Laziale.
Se vuole approfondire il Trekking a Cavallo in queste pagine abbiamo trovato per Lei libri che la potrebbero interessare. Grazie.
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